(Articolo pubblicato originalmente su Amaranto Magazine)
La prima vittoria, in casa, contro l'Olimpia Legnaia, che
poi staccherà il pass diretto per la promozione. La prima sonora lezione in
trasferta, sul campo di Quarrata, che poi chiuderà dietro di noi. Eravamo
appena al 9 ottobre, alla seconda di campionato, e già ad Arezzo c'era chi
"mah, si, ma chissà" e invece lo si poteva capire, che la SBA era una
squadra con un'idea di gioco, un'identità - seppur in divenire - e alcuni
tratti caratteristici. Non dare tempo agli avversari di schierarsi in difesa,
non rifiutare mai un tiro da tre aperto, non mollare un millimetro in difesa.
Rispetto di tutti, paura di nessuno. Va avanti così, tra sconfitte evitabili
(Costone in casa), batoste sonore (Agliana), vittorie di spessore (a Siena
contro la Virtus) e di blasone (in casa contro la Mens Sana), fino a fine
gennaio, quando il bilancio dice 9 vittorie e 8 sconfitte. Poi arriva il
tassello mancante, la firma di Facundo Toia: con lui in cabina di regia, la SBA
vince 10 delle 13 partite restanti in campionato - ma sarebbero potute essere
11, se non ci fosse stato il clamoroso blackout di Altopascio nel secondo tempo
- e sfiora la promozione diretta. Devono essere playoff, e playoff siano. Ci
tocca Lucca, e le tre partite sono già un pezzo di storia amaranto, a scriverla
- non ce ne vogliano gli altri - è stato Federico Fornara. Vittoria al
supplementare in gara-1, poi le due triple senza senso, immortalate anche in un
post di Instagram della pagina "L'Umiltà di Chiamarsi Minors".
Ed è a questo punto che la cronaca cede il passo al cuore,
del resto io non sono mai stato davvero un giornalista e forse non lo sarò mai.
La serie contro Prato, teoricamente una corazzata che fino a sei giornate dalla
fine lottava per il primo posto, e che invece a questo punto della stagione è
un avversario alla portata. Rispetto di tutti, paura di nessuno. Gara-1 alla
Palestra Toscanini va ai padroni di casa. Gara-2 vinta di grinta e cuore,
ancora in trasferta, con la caviglia di Fornara che si gira e ci fa tremare.
Gara-3, Fornara c'è, un pubblico impensabile durante l'anno, quando una partita
è sempre stata una cosa informale, tra pochi intimi. La prima volta in cui
abbiamo fatto risuonare un coro che da lì in poi è stato un marchio di
fabbrica: "Forza lotta, vincerai, non ti lasceremo mai". La vinciamo,
ed è un'emozione grande. Gara-4, il match point in casa, la doccia fredda. La
sconfitta, il ginocchio di Fornara che salta, io che a fine partita vado a dare
il cinque alto a Veselinovic e gli dico "non è niente, non è niente, la
vinciamo domenica" e lui che mi risponde "sì, sì, domenica la
vinciamo". E poi, in settimana, gli striscioni appesi fuori dalle Caselle.
Domenica, faccio un post, questo:
Ci troviamo, con Luca e gli accrediti come stampa, partiamo.
C'è coda in autostrada, io devo fare la diretta su Twitter, la seguiamo in live dal
telefono, entriamo, la partita è iniziata, siamo avanti, siamo sempre avanti,
dal primo minuto. Con la difesa, con la determinazione, con la voglia. Prato in
40 minuti non avrà un tiro facile, chiuderà con 50 punti segnati, e sul parquet
ci saranno le invenzioni di Toia, la concretezza di Rossi e Giommetti, la
voglia di Terrosi e Provenzal, Pelucchini immenso sui due lati del campo,
Cutini che non trema e tiene tutti i contatti, la freddezza di Veselinovic in
lunetta che sul 50-60 a poco più di un minuto dalla fine fa 3-3 ai liberi e
ammutolisce la Toscanini, e le triple del capitano, una voglia di mettere tutto
e tutti a tacere che non si vede spesso in un campo di gioco... manca meno di
un minuto, siamo avanti di 15 punti, Prato alza bandiera bianca, la serie B è
affare nostro e qui diventa ancora di più una faccenda personale, la partita è
finita e il presidente Castelli fa un gesto bellissimo, ferma tutti, giocatori
e tifosi, e chiede che tutti facciano un applauso a Prato.
Poi andiamo in campo, sotto un canestro c'è Federico
Fornara, in borghese, col tutore, sembra commosso, vado da lui, lo abbraccio,
arriva il vicemister, Stefano Liberto, e gli dico "se oggi siamo qua a
festeggiarla, il merito è di questo ragazzo coi capelli ossigenati". Poi
arriva il capitano, Claudio Castelli, commosso, per quella che potrebbe essere
la sua ultima partita di basket, che se anche fosse, ma che vuoi chiedere di
più ad una partita di addio? Ci abbracciamo, un abbraccio sincero di due ragazzi
innamorati di questo sport, innamorati di Arezzo, che ci hanno creduto da
quella prima vittoria contro Legnaia, ho gli occhi lucidi anch'io ma non ditelo
a nessuno. La SBA arriva alle Caselle, si prende l'abbraccio di qualche
centinaio di appassionati, è in serie B, è stato un campionato bellissimo,
un'altalena di emozioni, un'altra promozione dopo quella dell'Arezzo nell'anno del centenario,
se è un sogno, vi prego, non svegliatemi.
Scuola Basket Arezzo: Veselinovic 7, Toia 14, Cutini 2,
Rossi 12, Nica n.e., Calzini n.e., Furini n.e.,Terrosi 2, Castelli 9, Giommetti
6, Pelucchini 13, Provenzal 0